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Giusy Petrucci si racconta: Vita da Modella

Scritto da Noemi Clarizio 12 Febbraio 2017

Lei è Giusy Petrucci, un metro e davvero tanti, tanti centimetri di bellezza, classe e professionalità, che guarda a Mariacarla Boscono come sua musa ispiratrice e spera un giorno di posare per Mario Testino. Si divide tra Roma, Milano, Parigi e New York e tra un cambio di outfit e l’altro ho avuto il grandissimo piacere, oltre di vestirla, anche di intervistarla.

N: “Cosa vuol dire secondo te essere modella nell’era contemporanea e quanto influiscono i social nel tuo lavoro?”

G: “Essere una modella al giorno d’oggi vuol dire prima di tutto accettare la condizione di nomadismo; la donna o meglio la modella deve essere in grado di spostarsi da una città all’altra in tempi molto brevi per seguire le varie settimane della moda; significa dedicarsi completamente al lavoro, viaggiare da New York, a Parigi, a Milano, a Londra senza sentirsi attaccati ad un posto in particolare. I social influiscono molto, sono un canale fondamentale per la proprio sponsorizzazione, il difficile sta proprio nel capire come farlo al meglio.”

N: “Perché Roma, come base, e non un’altra città? In base a cosa una modella, ma tu in particolare, sceglie da chi farsi rappresentare?”

G: “Ho scelto Roma come inizio, la mia agenzia madre è infatti la Glamour Model Management, dopodiché mi sono spostata a Milano e in seguito a Parigi, dove ho lavorato molto bene. Parigi è una meta che non avrei mai voluto abbandonare, però per motivi legati allo studio e personali mi sono sempre ritrovata a tornare, facendo su e giù tra Roma e Parigi. A livello internazionale anche New York è un ottima meta, specialmente per quanto riguarda la mole di brand emergenti che decidono di stabilirsi lì. Il modo in cui decido da chi farmi rappresentare come agenzia si basa ovviamente sulla serietà di quest’ultima, dalla qualità dei lavori che questa propone e dalla molteplicità di brand con i quali collabora. A Parigi il discorso è diverso, in quanto tutte le agenzie cercano di essere standardizzate sullo stesso livello di qualità, quindi è molto più semplice entrare quasi sin da subito in un meccanismo funzionante, con un buon giro di clienti, il tutto proporzionalmente alla tua immagine e alla tua valenza. Milano dopo l’expo ha guadagnato molti punti rispetto al panorama europeo ma ciò che io mi auguro veramente è che sia Roma a tornare in auge come meta dell’alta moda così com’era un tempo.”

N: “Chi è la tua icona femminile, professionalmente parlando, del passato e così del presente?”

G: “Mi ritrovo molto in Carmen Dell’Orefice, come icona sia del passato che del presente. Nonostante la sua non più così giovane età riesce ancora e benessimo a camminare su tacchi molto alti, ad essere femminile ed elegante come un tempo. Dopo di lei la mia musa è Mariacarla Boscno, che proprio partendo da Roma è poi riuscita a raggiungere un successo enorme, passando prima per Milano e Parigi arrivando dunque a New York; è infatti proprio qui che è diventata una vera e propria top model, imponendo il suo carattere e la sua bellezza così poco canonica. Posso quindi dire che personalmente mi ispiro alla classe di Carmen Dell’Orefice e alla determinazione e alla professionalità di Mariacarla.”

N: “Qual è uno degli artisti più rivoluzionari con cui hai collaborato, sia dal punto di vista fotografico che stilistico?”

G: “Mi sono trovata benissimo con Costume National, il quale ha sempre creato degli abiti minimal ma al tempo stesso molto innovativi; mi piace tantissimo inoltre Stephane Rolland, che purtroppo non sfila più nell’alta moda; per lui la donna è una statua e l’abito non è che una sovrastruttura geometrica e fuori da ogni immaginazione, utile solo ad esaltarne la bellezza. C’è poi sicuramente Rani Zakhem con i suoi favolosi abiti da sera.”

N: “C’è un artista, fotografo o designer che sia, per cui invece faresti carte false per poterci lavorare insieme?”

G: “Farei davvero carte false per poter lavorare con Mario Testino, e sicuramente per sfilare per Chanel. Ho lavorato una volta con Karl Lagerfeld per una pubblicità di pellicce firmate Fendi a Roma, ma tanti anni fa, sarebbe quindi davvero bello lavorare di nuovo con lui ma per Chanel questa volta.”

N: “Per ultimo ma non meno importante: segui un regime alimentare in particolare oppure segui un qualche programma di allenamento specifico per avere un copro così invidiabile?”

G: “In realtà no, sono molto fortunata, mangio praticamente tutto quello che voglio; un consiglio che infatti mi sento di dare a tutte quelle ragazze che, per il sogno di diventare modelle,  si pongono troppi limiti, modificando irrimediabilmente quella che è la loro forma fisica, è semplicemente di fare altro nella vita. Non tutti nasciamo per fare le indossatrici, così come non tutti possiamo fare il medico, l’ingegnere oppure il pilota. La modella è una professione a tutti gli effetti,  e il sogno di diventarci dovrebbe essere perseguito solo se si è in possesso di alcune caratteristiche, evitando perdite di tempo per tutti.”

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